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Iki! Ci vediamo!

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[Post in buona parte auto-biografico. Scelta piuttosto inconsueta per questo blog, ma se ne chiariranno subito i motivi.]

Lo scorso maggio sono rientrato a Bologna.
Nel Paese dove sono nato; nel quartiere dove abito da una ventina d’anni; nella mia casa; vicino – fisicamente – alla mia famiglia di origine; al mio posto di lavoro, coi miei colleghi.
La mia esperienza lituana è terminata.

Per qualche settimana mi ha accompagnato un intrico di emozioni: felicità per aver ritrovato i miei amici e le mie cose, ma anche nostalgia per Vilnius e la Lituania – per ciò che Vilnius e la Lituania hanno rappresentato e tuttora rappresentano nella mia vita.

Non sono riuscito a fissare quel parole in parole e frasi.
Un po’ perché il trasloco è stato impegnativo; un po’ perché non mi era chiaro che fare, adesso, di questo blog.
Vari amici, e la mia lettrice più affezionata: mia madre, mi hanno consigliato di diradare il mio impegno redazionale, ma di non abbandonarlo del tutto.

Eccomi qui, quindi – a circa due mesi dal mio ritorno, a parlare ancora di Cronache lituane.

Ho deciso che un buon modo per ripartire è di fare la classifica delle cose che mi mancano di più e di meno di quel Paese.
Per chi mi ha letto, non sono novità assolute.

Della Lituania mi mancano soprattutto, oltre ai miei amici:

  1. Il clima d’estate (quando non piove) >> Il sole tramonta tardissimo la sera e la sua luce ha una luminosità che quaggiù non ho ritrovato (polveri sottili? umidità? mero effetto fisico della longitudine e latitudine?). A Vilnius le nuvole sokno più bianche, hanno forme più definite e corrono più veloci. Il cielo è più blu, e pare più grande; che spettacolo quando ci sono i palloni aerostatici! Infine, le temperature non sono mai spiacevoli. E la brezza aiuta a sopportarle. L’afa padana è sconosciuta (checché ne dicano alcuni lituani).
  2. Il costo della vita >> A Vilnius ho potuto permettermi uno stile di vita che a Bologna è invece al di là delle mie possibilità economiche. Non grandi cose, ma comunque un po’ di tutto. A Bologna, soprattutto, ho dovuto ridurre al minimo le cene-fuori-casa.
  3. I boschi, i fiumi, i laghi >> La Natura. L’Emilia-Romagna è molto più antropizzata ed urbanizzata rispetto a Vilnius. Inoltre, ho l’impressione che gli alberi siano meno maestosi quaggiù. E le acque interne sono meno ricche e meno balneabili. Ho nostalgia dei tuffi e dei bagni al lago; ho amato anche quelli al Mar Baltico.

Al contrario, della Lituania non mi mancano:

  1. La freddezza, ai limiti della scortesia, delle persone >> A Bologna pare un tripudio di ‘Grazie’, ‘Prego’, ‘Prima Lei’, ‘Molto gentile’. Al contrario, Vilnius mi è successo un paio di volte di tenere aperto il portoncino d’entrata per far passare un condomino, che – ne sono certo – mi aveva già visto un centinaio di volte, e di non ricevere in cambio nemmeno uno sguardo fugace.
  2. Le biciclette sui marciapiedi >> Questo problema esiste anche a Bologna, ma è meno frequente; e qualcuno, talvolta, lo fa notare. Avevo pensato di scrivere al Sindaco di Vilnius per chiedergli un intervento risolutivo sulla faccenda, ma poi sono subentrate altre priorità nella mia vita.
  3. I fuochi d’artificio e i petardi lanciati quasi ogni sera, d’estate, illegalmente – credo, dalla collina dietro casa >> Non duravano molto, a dire il vero. E le prime venti volte sono stati divertenti. Dalla ventunesima ho invece cominciato a considerarli meno favorevolmente, come una fonte di inquinamento acustico. Volevo scriverne al Sindaco, ma poi, com’è noto…

In ogni caso, non vedo l’ora di tornarci.
Ci passerò con molto piacere qualche giorno di ferie, appena riesco ad organizzarmi.
Mi comincia persino a mancare la rapa rossa.
Iki! – che significa: “A presto!”, “Ci vediamo!”.

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